Inserisci la tua email per iscriverti alla newsletter ed essere sempre aggiornato sui nuovi articoli!
Vuoi leggere i testi migliori del blog? Clicca qui, troverai gli articoli consigliati!

giovedì 4 febbraio 2010

Le quaranta regole dello scrivere bene di Umberto Eco

Premetto che nell'articolo che vado oggi a proporvi non c'è nulla di mio, infatti queste quaranta regole sono state tratte dal libro di Umberto Eco, La Bustina di Minerva, edito da Bompiani 2000.
Trattasi di piccole regole per scrivere bene, che probabilmente conoscevate già, tradotte e riadattate da Eco, sulla base di regole già popolari tra gli scrittori americani.
Umberto Eco infatti dice: «Le faccio mie, con qualche variazione, perché penso che possano essere utili a molti, specie a coloro che frequentano le scuole di scrittura.»

1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19. Metti, le virgole, al posto giusto.
20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?

24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26. Non si apostrofa un'articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32. Pura puntiliosamente l’ortograffia.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34. Non andare troppo sovente a capo.

Almeno, non quando non serve.
35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere


Ho scoperto queste regole grazie al mio professore di storia e filosofia, che ringrazio molto. Quando le ho lette mi hanno subito strappato un sorriso, ma le ho trovate anche molto giuste, quindi spero che possano esservi sia utili che divertenti almeno tanto quanto lo sono state a me.
Ciao e alla prossima!

8 commenti:

un Blogger qualunque ha detto...

interessante...grazie per averle proposte...

Michael Crisafulli ha detto...

Di niente^^

Alfa ha detto...

Da quel personaggio originale che è, Eco si diverte a violarle tutte...

Interessante, grazie per la segnalazione e la visita!

Michael Crisafulli ha detto...

Di niente^^ Grazie a te per la visita!

Unknown ha detto...

Le conoscevo già, ma è sempre piacevole rileggerle!
Complimenti per il blog, scrivi molto bene!
Posso permettermi di darti un consiglio? Secondo me dovresti aumentare la dimensione dei caratteri per rendere più agevole la lettura.
Ciao!

Michael Crisafulli ha detto...

Grazie per essere passata^^ e grazie anche al consiglio, provvederò ad aumentare le dimensioni del testo :)

Alfa ha detto...

Il tuo blog mi piace. L'ho aggiunto al mio blog roll "Il piacere di scrivere e leggere".

Michael Crisafulli ha detto...

Mi fa molto piacere, io non uso un blog roll, ma metto il tuo link tra quelli consigliati^^

Posta un commento