«Mamma, mamma!» disse una vocina proveniente da un gomitolo di coperte «Un mostro! C’è un mostro in camera!» Una testa spuntò da sotto il lenzuolo. Un piccolo faccino rubicondo con le guance tonde. «Mamma! Aiuto, aiuto! Un mostro!» i piccoli occhietti azzurri scrutavano l’ombra della stanza. Il cuore batteva a mille.
La porta della camera, socchiusa, lasciava filtrare una linea luminosa che tagliava a metà il letto in cui si trovava il piccolo Timmy. Il resto della stanza però era dominata dalle tenebre. Il bambino, guardingo, con la coperta tirata fino al naso sbirciava nell’oscurità. Era tutto tranquillo. Il battito riprese più regolare. Solo un’impressione. Era solo un’impressione. Pensò.
Stringendo un lembo del lenzuolo si tirò coraggiosamente a sedere. Guardò il buio. Nessun movimento e nessun rumore. Solo il vento gracchiava nel cortile. Respirò profondamente soffiando fuori l’aria con forza. Si passò una mano sui capelli lisci e dorati, poi si rimise steso, portandosi nuovamente le coperte al mento. Gettò l’ennesima occhiata al buio della stanza, e un fremito lo percorse da capo a piedi.
Due occhi gialli brillavano nell’ombra della stanza. Il bimbo rimase paralizzato, mentre un altro brivido ghiacciato gli scorreva fin dentro le ossa. Iniziò a sudare, ciononostante fissava quei due occhi gialli. Questi si chiusero un istante, per poi riaprirsi nuovamente, ora rossi come il sangue. Il volto del bambino sbiancò e i suoi occhi divennero lucidi. Tremava e sudava. Gli occhi nell’ombra si avvicinarono al suo letto. Timmy iniziò a strillare.
«Mamma! Mamma!» gridò a squarciagola «Il mostro! E’ di nuovo qui! Mamma, mamma!» Voleva scappare ma non riusciva a muoversi, così come non riusciva a distogliere lo sguardo dalle tenebre. Respirava affannosamente, scosso continuamente dai brividi che gli percorrevano la schiena.
«Mamma! Aiuto!» continuò il piccolo Timmy «Aiuto! Mi vuole mangiare!» Il bambino chiuse gli occhi. Quando li riaprì un volto sopra di lui lo fissava. Una donna, con i capelli biondi e ricci lo fissava, ridendo. Gli mise una mano sulla testa, accarezzandolo.
«Mamma!» gridò di gioia il bambino «Mamma, finalmente sei qui!» guardò nel buio della stanza: gli occhi mostruosi erano svaniti. «E’ andato via!» disse sorridendo «E’ andato via!» Il suo volto riprese colore «Era solo un sogno!» disse infine il bimbo.«Sogno?» disse la donna, mentre il suo sorriso si tramutava in un ghigno e gli occhi si iniettavano di sangue « Nessun sogno.»
sabato 2 gennaio 2010
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6 commenti:
bello come sempre...complimenti!!! ^^
ps grazie perchè mi segui!!!!
Grazie^^
P.s. di niente, scrivi cose interessanti!
MOlto bello degno di stare accanto al maestro Edgard Allan Poe.Io sono umorista però ho una certa esperienza in materia letteraria :Hai stoffa da vendere e continua così...bravo.
Mille grazie^^ Essere paragonato ad E. A. Poe mi lusinga, però forse è un pò esagerato^^ Comunque grazie per aver letto ed apprezzato! :)
Mi hai fatto venire i brividi!
Complimenti davvero.
Eheh! Era proprio il mio intento! :D :D
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