Ecco qua! Scuola permettendo ho scritto un altro piccolo raccontino per voi! Spero possa piacervi!
P.s. Per coloro che frequentano il mio stesso istituto e mi leggono, volevo dire che ho mandato uno dei miei racconti (purtroppo ne ho mandato uno già presente sul blog) alla redazione del giornalino scolastico, quindi può darsi che vediate uno dei miei racconti anche lì! Magari se piace e mi pubblicano per il mese successivo vedrò di mandarne uno inedito!
Jim si guardò intorno. Il corridoio di pietra era lungo e stretto, e, dietro di lui, il portone di legno da cui era entrato era ora bloccato. Lungo la parete, alcune torce poste ad intervalli regolari, illuminavano il passaggio.
Avanzò cauto in quel luogo angusto, con il lungo cappotto blu che ondeggiava a ritmo dei suoi passi. Il rumore dei suoi stivali bruni echeggiava, rompendo il silenzio di tomba.
Arrivò in fondo al cunicolo e, dopo essersi accorto che si biforcava, decise di prendere la via di destra. Il passaggio continuava per una ventina di metri ed in fondo vi era una porta; la raggiunse. Il portone era stato costruito da una pietra liscia e bianca e, su tutta la superficie, vi erano incise lunghe linee ondulate, in cui passava uno strano fluido verde fosforescente che, sfidando la gravità, scorreva verticalmente sulla porta in un circolo vizioso. Al centro vi era un foro romboidale, in cui entravano ed uscivano tutti i canali pieni di liquido color smeraldo, riempiendolo.
Guardò impassibile quella strana porta e provò a spingerla, ma questa non si mosse. Allora si girò e tornò sui suoi passi. Una volta giunto al bivio, imboccò il corridoio di sinistra.
Avanzò per una decina di metri, fino ad un punto in cui non vi erano più torce, e la luce lasciava posto alle tenebre. Jim portò una mano in avanti, e dopo pochi istanti vi si materializzò una torcia elettrica, così riprese a camminare. Dopo circa un minuto, il corridoio svoltò bruscamente a destra; Jim intravide una luce in fondo al cunicolo, e accelerò il passo.
Il corridoio si immetteva in una grande stanza intensamente illuminata, piena di casse di legno e tozze colonne di marmo. Nel bel mezzo del pavimento bianco e lucido, sedeva a terra una figura che dava le spalle a Jim. Era avvolta in un grande mantello rosso e non si muoveva. Jim varcò la soglia della stanza.
«Bene… vedo che sei arrivato.» disse la figura senza voltarsi. «Ce ne hai messo di tempo.»
«Sai» rispose Jim «mi sono dovuto trattenere con alcuni dei tuoi.»
La figura fece una grossa risata, si alzò in piedi e si voltò verso Jim. Aveva il viso squadrato, la barba grigia e corta, e al posto di un occhio aveva una piccola pallina di vetro color porpora.
«Spero tu ti sia divertito almeno quanto mi sono divertito io a trattenermi con tuo figlio.» disse accennando un ghigno.
«Brutto figlio di…»
«Calma, Gun, Calma.» disse l’orbo con estrema calma «Vuoi vendicarti? Eccomi qui. Sconfiggimi!» ed estrasse una grossa pistola dorata.
La torcia elettrica in mano a Jim svanì di colpo, lasciando apparire un lungo revolver argentato. Poi si lanciò rapidamente dietro ad una colonna, evitando i proiettili del suo avversario.
Strinse forte l’arma nella mano e si sporse dal nascondiglio, esplodendo diversi proiettili, che colpirono il bersaglio. «Ahahaha!» L’orbo rise di gusto, come se non fosse stato ferito, e rispose al fuoco.
«Credi davvero di riuscire a sconfiggermi?» disse mentre sparava all’impazzata «Sei proprio un illuso!»
Jim lo colpì altre tre volte, ma anche questa volta l’uomo sembrò non sentire i proiettili. Si spostò così dalla colonna ad una cassa di legno, e fece fuoco nuovamente.
«Un illuso! Ecco cosa sei!» continuò il suo nemico, poi, con un paio di capriole, raggiunse una piccola porticina dell’altra parte della stanza, e vi entrò. La porta si chiuse alle sue spalle.
«Maledetto stronzo!» disse Jim, correndo verso quella porta. Ma quando la raggiunse questa era già chiusa a chiave.
Si guardò intorno cercando un'altra via, ma la sua ricerca fu interrotta da un dettaglio sul pavimento. Un piccolo prisma di vetro verde giaceva accanto ad una cassa. Lo raggiunse, e dopo averlo raccolto, questo svanì nella sua mano. Dopodiché fece sparire anche l’arma che impugnava nell’altra mano.
Tornò svelto alla porta nel cunicolo di destra, e una volta raggiunta, fece apparire il prisma nella sua mano e lo mise nel foro nella pietra. Un piccolo lampo verde colorò il corridoio quando l’oggetto si incastonò nella porta. Jim si appoggiò ad essa e la spinse. Si aprì.
Al di là, vi era una piccola e claustrofobica stanzetta, anch’essa di pietra. Sul soffitto e le pareti vi erano tanti piccoli forellini. All’interno non c’era nessuno, così vi entrò.
Si sentirono tanti piccoli suoni sordi, e dai buchi sulle pareti fuoriuscirono un’infinità di dardi, che colpirono Jim. Questi si accasciò al suolo, urlando di dolore.
«Che palle!» disse Giorgio, un piccolo ragazzetto che premeva furiosamente dei tasti colorati sul joystick che impugnava «Non voglio ripetere il livello di nuovo!»
lunedì 18 gennaio 2010
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5 commenti:
Carino questo Michael;)
ahahah che figo! grazie per essere passato nel mio blog :D
Grazie mille ad entrambi! ^^
bello sono una scrittrice anch'io sto nel forum scrivere per sognare mi chiamo paola ma nel forum mi chiamo stellina_sonohrina ,comunque questa storia è stupenda l'ho letta tutta in un fiato perchè non la pubblichi sul forum piacerà ....
Grazie mille Paola^^
Per quanto riguarda la pubblicazione sul forum, ci penserò^^
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